Carissimi,

volevo condividere con voi le riflessioni del Nostro Presidente Nazionale CSI, Vittorio Bosio.

Due proposte per aiutare a far crescere i ragazzi con lo sport

Noto con piacere che quasi in tutta Italia le società sportive stanno concludendo lemanifestazioni per definire la partecipazione alle finali nazionali del progetto “Sport& Go! – Crescere con lo sport”. Finali che, ricordo, si svolgeranno ancora a Cesenatico, nello splendido impianto dell’Eurocamp.

Come già negli anni precedenti, queste finali rappresentano il momento culminante di una festa che mette al centro della nostra attività il gioco, la competizione serena e gioiosa, la relazione. Per il Csi “crescere con lo sport” è molto più di un enunciato: è un principio importante, ispiratore di una modalità di organizzare la proposta sportiva. Abbiamo a cuore lo sviluppo dei più piccoli: ragazze e ragazzi che nel contesto sportivo elaborano una loro visione della società, quella stessa di cui saranno i prossimi protagonisti.

Prima delle finali “Sport& Go!” la prossima settimana, a Roma, in occasione della finale di Tim Cup, sarà ancora grande festa la finale della Junior Tim Cup. A questo appuntamento arrivano quattro squadre che rappresentano la sintesi di un movimento che ha interessato molti comitati d’Italia. La bellezza di questa proposta è rappresentata dalla capacità di far incontrare lo sport dei piccoli, che si svolge negli oratori, con lo sport di élite, quello che gli stessi ragazzi vedono in tv e che abita probabilmente nei loro sogni, avere un posto nel grande mondo dello sport professionistico. Nell’incontro fra questi mondi apparentemente lontani ma in realtà così interdipendenti, si concretizza l’idea Csi di un’alleanza fra il settore giovanile e il professionismo. Grazie alla Lega Calcio, alle società di Serie A, e grazie alla Tim questa alleanza da alcuni anni si è trasformata in momenti vissuti insieme. Appuntamenti importanti, come le amichevoli giocate da centinaia di ragazzini negli stadi dove gioca la Serie A. Importante come il momento di dialogo tra i giovani degli oratori e i tanti campioni che testimoniano aneddoti e racconti di quando erano ragazzini, come loro, con lo sguardo aperto su un futuro incerto ma ricco di speranze.

La geniale intuizione di questa manifestazione è la relazione, lo scambio “alla pari” fra questi mondi tanto lontani ma interdipendenti fra loro e dunque bisognosi l’uno dell’altro. I ragazzini hanno bisogno di essere presi per mano in quello che sarà il loro cammino dentro lo sport, fatto di regole, di sacrifici, di gioia per i risultati conseguiti col sudore. I campioni e le grandi formazioni della Serie A invece possono approfittare di questo bagno d’entusiasmo giovanile per ritrovare il senso vero della loro vita dedicata allo sport. Uno sport che permette sì guadagni importanti e notorietà (con tutti i vantaggi e i rischi che ne conseguono), ma che, se vissuto con l’intelligenza e la sobrietà degli educatori degli oratori, diventa davvero elemento che offre qualità alla vita dello sportivo. Così inteso lo sport forma donne e uomini del futuro e rende migliore la società in cui viviamo.